Sigirino è un quartiere del comune di Monteceneri e si trova all’inizio della Carvina (la parte superiore della Valle Vedeggio che inizia al Dosso di Taverne fino alle selve castanili del Ceneri e ai pascoli ai piedi del Camoghé): tra il Monte Barro che confina con Taverne-Torricella e il corso del torrente Cusello che confina con Mezzovico-Vira. All’interno di questi confini naturali ognuno può trovare la soluzione che più gli piace per una piacevole passeggiata. Chi preferisce una gita può immergersi nella natura e allora il Monte Barro che ha recuperato il suo carattere di selva, con il suo querceto, con il sentiero tematico, la grande altalena, i vari punti di ristoro e gli spazi per far giocare i bambini è una buona soluzione oppure optare per un’escursione più impegnativa seguendo il corso del Cusello tra selve castanili sul fondovalle, i faggi a mezza montagna e il Demanio del Cusello con le conifere e poi proseguire per il Monte Tamaro. Oppure si può restare all’interno del quartiere e visitare le frazioni che lo compongono: Dosso di Taverne o Taverne superiore, Vianco, Mastarino e dulcis in fundo Osignano la “Gandria senza il lago”.
AL DOSSO DI TAVERNE O TAVERNE SUPERIORE
Per chi arriva da Sud, nella zona di Taverne, ecco svettare una chiesetta e sulla parte opposta un dosso, mentre davanti un gigantesco ponte faunistico permette agli animali di attraversare i due versanti. Siamo al Dosso di Taverne formato da poche abitazioni e la chiesetta che sembra far da sentinella è dedicata a San Giovanni Battista.
Da qui si può partire per un itinerario interessante della durata di un’ora o poco più. Partiti ci si reca allo stand di tiro di Taverne e un cartello indicatore vi porterà al castello di Taverne. Restano le macerie ma un’associazione sta lavorando alla rivalutazione di questo importante sito storico. Continuando si arriverà al Monte Barro dove la vista spazia a Sud fino a Lugano e oltre e a Nord su tutta la Val Carvina. Poi si scende verso la frazione di Osignano, si passa da tre biotopi, speriamo diventino regno degli anfibi e si arriva al ponte romano del Molincero (storia della Principessa). Per chi è più temerario un bel tuffo in una stupenda pozza proprio sotto il ponte è un’esperienza da non mancare e si torna freschi freschi alla chiesetta di San Giovanni Battista. Al termine un rinfresco al Ristorante Dosso, proprietà del patriziato, è più che meritato.
VIANCO
Attualmente questa frazione è un po’ la continuazione della frazione di Mastarino e il confine lo si può trovare nella stradina all’altezza della cappella del Settecentesimo, dedicata alla Madonna con Bambino e va verso valle nella direzione di Mezzovico. Molte abitazioni sono state rinnovate e ci si inoltra in stradine che si incrociano sotto alcuni porticati e possono portare ad un ponte pedonabile che attraversa il Cusello e ci si ritrova nel comune di Mezzovico. Un tempo c’era un grande ristorante con il gioco delle bocce trasformato in una bella casa d’appartamenti. Su questo nucleo svetta il campanile che sembra osservi con attenzione i vari cambiamenti.
MASTARINO
Dove sorge la chiesa parrocchiale di S. Andrea, patrono di Sigirino, ci troviamo nella frazione di Mastarino. Un tempo c’era la scuola e anche il municipio perciò era un po’ il cuore del comune. Resta la chiesa di S. Andrea con tutto il complesso monumentale: ossario, casa parrocchiale e cimitero. Tutte le parti sono state restaurate e fermarsi a visitare il tutto da un senso di riconoscenza verso tutte le persone che ci hanno tramandato questi beni. Ci sono due affreschi che balzano all’attenzione: “ La morte incorruttibile che non lascia scampo a nessuno … né povero, né ricco” e “La Vergine Maria che spruzza il latte sulle anime del purgatorio… un unicum in Ticino”. Ripartiamo e dopo aver visitato il nucleo ordinato formato da case antiche restaurate, ci si avvia verso il fiume Cusello. Troviamo un lavatoio all’aperto, le rovine di un mulino che meriterebbe miglior attenzione, un “cassinell” ed infine eccoci al Burighin. Qui il fiume scorre libero e forma delle pozze stupende dove molti sono attratti e un bel bagno rinfrescante non può mancare per chi lo desidera.
OSIGNANO
Osignano, su un quotidiano ultimamente è stata definita la “Gandria senza lago”, è indubbiamente la frazione, il nucleo più bello. Ci si può inoltrare senza meta e a caso nell’intrigo dei vicoli, acciottolato, scalinate, piccoli ponti “dei sospiri”, arcate, case e stalle, camminare in tranquillità e gustare quanto è affascinante dal profilo paesaggistico questo nucleo che è anche protetto dalla confederazione (ISOS inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere). Se invece desideriamo visitarlo con maggior costrutto partiamo dall’oratorio di S. Rocco dedicato alla Madonna Addolorata e lì sotto i bambini si divertono nel parco giochi. Continuando incontriamo una magnifica cappella dedicata alla Madonna di Re. Partono due strade e prendete pure quella alta, arriviamo ad una scalinata e volgendo lo sguardo verso il bosco notiamo tutte le case raggruppate che svettano sopra la campagna e qui una riflessione come un tempo era importante il territorio dedicato all’agricoltura e alla fienagione si pone. Percorsa la scalinata vi trovate vicini ad un portico-galleria che un tempo serviva da campo di calcio e quando la palla usciva dal portico era gol. Continuando troviamo un complesso di abitazioni che tolgono il fiato per la loro bellezza e sullo sfondo la “Bigatera” che serviva per l’allevamento dei bachi da seta. Possiamo incamminarci verso il bosco, ai piedi del Monte Barro, dove possiamo osservare un grande lavatoio coperto, un mulino diventato una casa e due “cassinell” dove si metteva il latte. Ritorniamo nel nucleo e possiamo ammirare portici, corti, stradine arzigogolate, affreschi religiosi e stemmi di famiglia per poi ritornare alla Madonna di Re per poi lasciare questo luogo con dentro qualcosa in più. Per chi passa dalla strada cantonale, ma anche dall’autostrada un giorno prima o poi esca e fermi l’auto ai piedi del paese e faccia un giro a zonzo per il paese e non sarà di certo tempo perso.