La parola «Patriziato», per quanto attiene al Ticino, è relativamente recente. Risale al periodo della Repubblica Elvetica del 1798-1803, in cui si cominciò a chiamare «Patriziati» quelle che per secoli erano state chiamate «Vicinanze», «Vicinie» o in altro modo. La denominazione di «Patriziati», che è di importazione francese, fu adottata probabilmente per screditare le Vicinanze, che si intendeva sostituire con i Comuni, in cui tutti cittadini dovevano avere uguali diritti e uguali doveri.
L’origine storica della Vicinanza nel Ticino è controversa. L’ipotesi più probabile è che la Vicinanza sia la più antica forma di associazione e di cooperazione tra gli abitanti dei nostri monti e delle nostre valli per la coltivazione, la difesa e lo sviluppo del territorio e dei beni comuni. La si ritrova, anche se chiamata diversamente e all’interno di altri contesti storici e geografici, nell’antica Roma, in Cina, nell’impero atzeco e in quasi tutti i territori del mondo antico.
In quanto alle Vicinanze del Ticino, passarono quasi indenni attraverso l’occupazione celtica, romana, longobarda, franca, comasca, milanese, e là dove e quando i loro beni furono confiscati (i longobardi, imitando i romani, riservavano a sé un terzo delle terre conquistate), li riscattarono e li ricomposero nell’unità associativa del Vicinato.
I primi documenti certi (certi perché scritti) del Vicinato sono del 13º secolo, ma fanno spesso riferimento a «consuetùdines» (consuetudini) dei secoli precedenti.
I documenti più antichi del Sottoceneri sono quelli conservati negli archivi parrocchiali o patriziali di Sonvico, di Cademario e di Arosio.